top of page
Immagine del redattoreMassimo Di Matteo

Ingannare il cervello non è mai stato così divertente e allo stesso tempo utile

Aggiornamento: 15 dic 2023

Un'esperienza immersiva in VR, o Realtà Virtuale, è un'esperienza interattiva e multisensoriale in cui una persona utilizza un dispositivo VR, come un visore o una cuffia VR, per immergersi completamente in un ambiente digitale tridimensionale. Questo ambiente virtuale è progettato per simulare la realtà o creare mondi fantastici e può coinvolgere uno o più dei sensi umani, come la vista, l'udito e il tatto, per creare una sensazione di presenza e immersione totale.



Molti di quelli che sono a digiuno di realtà virtuale, mi domandano spesso "ma che cos’è questa realtà immersiva", cosa vuol dire esattamente, cosa si vede, cosa si prova, come funziona?


Partiamo dai fatti.

Nella realtà quotidiana siamo abituati a fare esperienze multisensoriali. Ricordate, come me, la prima lezione alle elementari sui cinque sensi? Quando ci fecero prendere coscienza che la nostra interazione con il mondo - cioè il mondo in cui noi essere umani interagiamo con ciò che abbiamo intorno -, avviene attraverso dei sensori naturali: gli occhi, il naso, la bocca, la pelle e le orecchie per i corrispondenti sensi di vista, olfatto, gusto, tatto e udito. Io trovai geniale questo sistema naturale che mi sembrava piuttosto completo per avviare la mia ricerca verso la conoscenza del mondo e della realtà.


Ebbene, oggi si è sviluppata la tecnologia della realtà virtuale che si contrappone nella sua definizione alla “realtà reale”. La realtà virtuale è assai simile a quella del mondo reale, nella quale ci si muove e si interagisce quasi come nella realtà che conosciamo, grazie all’attività di sensori, questa volta artificiali, tecnologicamente sofisticati, in grado di farci replicare la stessa multi-sensorialità a cui siamo abituati per percepire un mondo creato dal computer e nel quale ci si può star dentro muovendosi quasi come nel mondo reale.


Infatti, indossando delle speciali lenti montate su una sorta di casco, che integra anche due auricolari, è possibile entrare in questo mondo tridimensionale che si sovrappone del tutto alla realtà dove invece siamo fisicamente con i nostri piedi.

Tenendo in mano degli speciali controller, è possibile afferrare, lanciare, chiudere la mano a pugno, indicare, premere pulsanti, salutare, ballare, fare sport, suonare, dirigere un’orchestra, guidare un’auto, fare la guerra…

In verità oggi tutto questo si può fare anche senza tener in mano dei controller. Il visore per la realtà virtuale esternamente ha una serie di telecamere in grado di leggere e tracciare i movimenti delle nostre mani nello spazio. Quindi, se nella realtà reale muovo la mano a mo’ di saluto, nella realtà virtuale la mia mano virtuale farà lo stesso. Se mi abbasso o salto nella realtà, mi abbasserò e salterò anche in quella virtuale. Se mi giro a destra nella realtà reale, mi girerò a destra anche nella realtà virtuale: con la differenza che, se sulla mia destra c’è un divano, nella realtà virtuale posso ammirare il gran Canyon in tutto il suo splendore fino all’orizzonte, per fare un esempio.



Impressionante, tra le altre esperienze cosiddette immersive, è quella di dirigere un’orchestra. Sarete in un teatro parigino. Farete l’inchino al pubblico e vi sentirete intimoriti per lo sguardo fisso degli astanti. Vi rivolgerete ai musicisti e percepirete il loro attendere che diate il via con un gesto della bacchetta e sentirete le varie componenti dell’orchestra che vi seguiranno, sentirete la pressione, la tensione e il piacere di coordinare quell’armonia. Se sarete bravi direttori d’orchestra, ovviamente. E anche se le facce del pubblico e dei componenti dell’orchestra vi appariranno come quelle realizzate in un cartone animato, la grande capacità di adattamento del nostro cervello, riterrà quella realtà credibile, realistica, in grado di farci immergere nella situazione come se fosse una circostanza del tutto reale.


Che il nostro cervello sia ingannabile, questo lo sapevamo anche per le esperienze vissute nel mondo reale! Diciamo che ingannarlo nella realtà virtuale per fare esperienze, vivere situazioni non ordinarie o impraticabili all’attualità, appaiono cose molto piacevoli da sperimentare, anche solo per la propria crescita personale, se non anche per l'apprendimento.


Infatti, i “poteri” che si hanno nella realtà virtuale non esistono in quella reale (purtroppo o non ancora).

Immaginate di uscire sul balcone di casa e di impostare la stagione preferita con un semplice clic. Ecco, questo è il primo impatto che si ha nella Virtual Reality. Si capisce subito che quanto abbiamo intorno è quasi tutto personalizzabile a piacimento. Ciò che si desidera poter fare nella realtà, nella realtà virtuale potrebbe essere possibile.



Nel mio caso, per esempio, che sono meteropatico dalla nascita, questo è un toccasana, perché prima di farmi ammorbare da una giornata dal cielo plumbeo da tipico inverno di Pianura Padana, posso immergermi nella realtà virtuale e scegliermi una splendida giornata in montagna magari con la neve oppure una situazione che mi ponga su un’isola della Grecia, in una casa dalle mura bianche e ampie finestre e aperture che fanno da cornice a un cielo terso.

E sorridendo vi dico che in questa ambientazione rilassante ci ho messo il mio ufficio di lavoro.


Nell’angolo sinistro del mio studio reale c’è una scrivania con un computer collegato a tre monitor. La vista che mi si offre davanti è quella dei palazzi di fronte e del campanile ottocentesco della chiesa di S. Zita. Nella realtà virtuale, la scrivania è nella stessa posizione, ha perfino la stessa altezza di quella reale, ma questa volta ha cinque monitor collegati e il panorama è il mare. A fianco alla scrivania c’è perfino una grande lavagna e, più in là, un tavolo rotondo per le riunioni.


Tra poco i colleghi che si trovano sparsi ovunque nel mondo indosseranno anche loro un visore per la realtà virtuale e si siederanno con me a quel tavolo virtuale. Ci saluteremo con la mano, ci guarderemo in faccia avatar per avatar, parleremo come se fossimo nella stessa stanza, andremo alla lavagna e scriveremo insieme sulla superficie alcune analisi e qualcuno si alzerà dal tavolo e metterà qualche post-it colorato come memo.

Nella realtà invece il tavolo, la lavagna e i colleghi non ci sono affatto.

Ma nella realtà virtuale tutto diventa più potente.


Così come la gravità, l’assenza di aria nei mari, la fatica scalando una montagna, l’altitudine o le temperature proibitive di un luogo, nella realtà possono essere un limite effettivo alla nostra capacità di fare un’esperienza nella vita, nella realtà virtuale sono gestibili e facilmente sormontabili e quindi realizzabili.


Volare, per esempio, è il mio antistress preferito. Che sia pilotando un aereo della Seconda Guerra Mondiale o semplicemente come novello Superman, allungando semplicemente le braccia davanti a me, posso sentirmi un’aquila e gettarmi in picchiata ed effettuare grandi virate tra i grattacieli di una città e poi portarmi su fin dove è possibile per guardare tutto il panorama dall’alto fino all'orizzonte e alle montagne virtuali.


Immergermi nei fondali marini e poter avere di fianco colleghi subacquei professionisti.

Ammirare coralli, pesci e testuggini che lì hanno la loro vita, a pochi centimetri dai miei occhi.


Portarmi nella savana e avere a due centimetri dal naso una coppia di leoni che neanche allo zoo è possibile poter vedere così da vicino da aver la voglia o il timore di allungare la mano e toccarli.


Andare sulla luna e rivivere l’atterraggio del 1969 in compagnia di Armstrong e Aldrin. Rientrare con loro sulla terra percependo l’angustia dello spazio ridotto della capsula e la meraviglia di poter osservare dal finestrino laterale cosa c’è fuori.


Frequentare una discoteca, scegliere una musica e ballare.


Guardare un film mettendomi direttamente al centro della scena a un metro dagli attori che si muovono intorno. Altroché guardare alla tv o al cinema!


Sentire un concerto in mezzo all’orchestra.


Ascoltare un presidente americano mentre mi fa un discorso guardandomi negli occhi, mentre sono seduto di fronte a lui: potrei percepire la qualità del tessuto con cui è fatto il suo vestito!


Fare sport con un personal trainer che si proietta nel mio salotto davanti a me e mi guida nell’esecuzione degli esercizi.


Partecipare a un convegno.


Visitare una mostra d’arte e interagire direttamente con l’autrice. Scambiare qualche idea.

Imparare le lingue vivendo direttamente le situazioni in prima persona, in un treno, in un albergo, in un taxi.



Se è l’esperienza che ci permette di imparare, questo sistema della Virtual Reality non può che facilitare la memorizzazione e la conoscenza. L’obiettivo non è separarsi dal mondo o estraniarsi, bensì integrare questa tecnologia nel proprio quotidiano, come se fosse un libro, un museo o una persona.


Grazie alla formidabile costituzione del nostro cervello ingannabile, possiamo integrare nuove esperienze, così immersive nei sensi da apparirci reali. A tal punto reali, da generare ricordi che saremo in grado di raccontare come realmente avvenuti.





APPENDICE

Ecco cinque elementi chiave di un'esperienza immersiva in VR, un veloce dizionario per fissare meglio questo racconto:


1. **Visore VR**: Un visore VR è un dispositivo indossabile che copre gli occhi dell'utente e visualizza un ambiente virtuale in 3D. Questo ambiente può essere costituito da scene realistiche o fantastiche.


2. **Tracciamento del movimento**: I visori VR sono dotati di sensori di tracciamento del movimento che monitorano la posizione e l'orientamento della testa dell'utente. Questo permette di modificare la vista nell'ambiente virtuale in base ai movimenti della testa, creando un senso di presenza.


3. **Audio 3D**: L'audio spaziale è spesso utilizzato per fornire un suono realistico e posizionato in modo accurato all'interno dell'ambiente virtuale. Gli utenti possono sentire suoni provenire da diverse direzioni, contribuendo a creare un'esperienza più coinvolgente.


4. **Interazione**: Gli utenti possono interagire con l'ambiente virtuale attraverso controller o dispositivi di input appositamente progettati. Questi controller consentono di manipolare oggetti virtuali, muoversi nell'ambiente e comunicare con altri utenti, se l'esperienza è condivisa.


5. **Feedback tattile**: Alcune esperienze immersive in VR incorporano dispositivi di feedback tattile, come guanti o tute con sensori, che consentono agli utenti di sentire il contatto e la resistenza virtuale, aggiungendo una dimensione tattile all'esperienza.


Le esperienze immersive in VR possono essere utilizzate in una varietà di settori, tra cui i videogiochi, l'addestramento professionale, la simulazione medica, l'arte digitale e l'intrattenimento. L'obiettivo principale è quello di far sentire all'utente di essere effettivamente all'interno dell'ambiente virtuale, creando una sensazione di presenza e coinvolgimento che va al di là di ciò che è possibile fare con i media tradizionali.







4 visualizzazioni0 commenti

Comments


bottom of page