Ecco perché sedersi al caffè virtuale con altre persone e lavorare in compagnia o fare conoscenza, creare networking, scambiarsi interessi e informazioni integra la nostra esperienza umana e professionale.
Fonte: Immersed
Sono in un caffè virtuale, ai piedi di un palazzo storico, apparentemente in una città europea o al più a Boston, città americana che replica fedelmente la nostra architettura ottocentesca o di inizi Novecento.
Sono vicino alla vetrina e posso guardare fuori sulla strada. Sembra di essere entrato in una graphic novel o romanzo grafico con i colori dei cartoni animati. Il locale è elegante con i tavoli e le sedie di velluto disposti ordinatamente.
Laggiù in fondo vedo due avatar, un nero che ha tutti i connotati per essere scambiato con Bob Marley e una tipa riccia tutta bionda. Ad un altro tavolo c’è un tipo che lavora da solo, anche lui con dei monitor davanti che, nella realtà virtuale, li percepisco vedendone in trasparenza i bordi.
Io sono al mio tavolo del bar con il mio computer e tre monitor virtuali davanti a me. Su uno c’è il motore di ricerca che ha sputato una lista di link, su un altro c’è una ricerca di mercato con grafici e statistiche e davanti a me, centrale, il ventesimo capitolo di un business plan che sto compilando.
Di sottofondo c’è una leggerissima musica che facilita la mia concentrazione.
Lavoro bene. In effetti, nel mondo reale, sono seduto sulla poltrona alla mia scrivania. Nella realtà virtuale sono in un bar potenziato dalla tecnologia.
Scrivo un paio di paragrafi in pace poi mi viene voglia di scambiare una parola. Decido di spostarmi e sedermi al tavolo vicino a Bob Marley e signora. Dalla mia postazione mi proietto direttamente vicino a loro puntando lì uno dei controller che tengo in mano e, come compaio, mi guardano e accennano con la mano a un saluto e mi dicono in inglese “Hi bro” (“ciao fratello”) proprio in tema con i connotati.
Rispondo al saluto e faccio che presentarmi. Abitudine americana è quella di dire il nome accompagnato dal nome dello stato di provenienza. Quindi faccio che dire “I’m Max, Italy. Nice to meet you” (“Sono Max. Italia. Piacere”). Entrambi esultano e dicono nella mia lingua “Ah italiano!”, con un accento tipicamente americano.
Gli chiedo se sono nuovi qui. Lui fa il programmatore, lei lavora nelle Risorse Umane. Uno è del Michigan. L’altra del Tennessee. Mi dicono che stanno cercando di capire come funziona il sistema e come si fa a lavorare con tre monitor. Contribuisco passandogli la mia esperienza e Bob Marley è contento di capire rapidamente e mettere subito in pratica. “It works, yeah! Thank you, Max” (“Funziona! Grazie Max”).
Torniamo alle nostre faccende lavorative. Ma trovo piacevole sentire che ci siano delle persone nelle vicinanze. Anche se non parliamo più, presi dalla nostra concentrazione, sento il suo respiro e i suoi sospiri e lei che dice al gatto di non salire sulla tastiera del computer.
Raccolgo sensazioni molto reali. Termino il mio capitolo dopo circa quaranta minuti. Ora devo andare. “Ci vediamo alla prossima!”, dico guardandoli.
Davvero mi andrebbe un caffè ora. Ma questo non è ancora possibile qui nella VR. Clicco su Esci e svanisco in un puff tornando alla realtà alla ricerca di una cialda.
Mi tolgo il visore per la VR (Virtual Reality) e torno alla mia realtà e alla mia scrivania, quella vera.
Ho la sensazione tangibile di aver appena lavorato in ufficio con altre persone. E perfino la presenza di quel gatto invisibile, che in verità si muove e dà fastidio nella realtà, ha reso il tutto più credibile.
Intrecciare relazioni, fare rete con altre persone, è la base per incrementare la qualità della propria vita privata e diventa addirittura fondamentale per sviluppare il proprio business.
La Realtà Virtuale oggi si aggiunge come un nuovo strumento agli altri strumenti di lavoro. Avrei potuto chiedere di fare un po’ di conversazione e approfondire la conoscenza. E chissà che non venissero fuori anche contatti e relazioni interessanti. Di fatto, funziona proprio come nella vita, dove, stando a un bar, si conoscono persone per cui possiamo rappresentare una opportunità o loro per noi.
Fonte: Immersed
L’esperienza appena realizzata è avvenuta all’interno di Immersed, applicazione pensata per la produttività. Il caffè non era altro che il lounge bar per fare una pausa dal lavoro. Ma vedo che anche gli altri, invece, preferiscono lavorare direttamente lì. Meglio che stare da soli con il proprio computer in un ufficio virtuale, pur se con una bella vista.
Fonte: Immersed
Agli altri livelli c’è anche una sala riunioni. L’ambientazione la si sceglie secondo il proprio gusto. Io ho impostato una panoramica sui grattacieli. Potrei invitare lì amici e colleghi per lavorare insieme.
Si tratta di ambienti virtuali condivisi o esclusivi, secondo necessità. Si può fare amicizia, partecipare a gruppi e partecipare a eventi sociali in ambienti virtuali.
Per momenti di puro intrattenimento e per fare amicizia ho provato anche VR Chat
Si tratta di una chat virtuale dove si girovaga per vari ambienti con un avatar fantasioso. Ma dietro questi avatar ci sono persone ed è facile qui rivolgersi subito la parola e scherzare o parlare di qualsiasi cosa. Ho visitato anche un disco club, dove si può ballare con altri avatar o fare gruppetto e chiacchierare, gesticolando perfino.
Qui nella VR ci sono applicazioni di comunicazione appositamente progettate per la comunicazione in VR, come Oculus Venues e AltSpaceVR. Queste app consentono alle persone di incontrarsi in ambienti virtuali per eventi dal vivo, conferenze, riunioni e altro ancora, sperimentando una sensazione di presenza virtuale.
Fonte: Immersed
Da annoverare anche le applicazioni dedicate all’educazione e alla formazione in VR: sono state create aule virtuali dove è possibile effettuare simulazioni di addestramento. Gli studenti e gli istruttori possono interagire tramite la rete, svolgere attività educative e discutere argomenti in tempo reale.
Senza parlare degli eventi dal vivo in VR, come concerti o eventi sportivi, dove viene utilizzata la trasmissione in diretta in tempo reale. Le persone possono partecipare all'evento e socializzare con altri spettatori sempre tramite il proprio avatar.
In generale, il networking nella realtà virtuale si basa sulla creazione di ambienti condivisi in cui le persone possono interagire, comunicare e collaborare in tempo reale attraverso la rete.
La tecnologia della VR consente una maggiore sensazione di presenza e socializzazione online, rendendo queste esperienze immersive e significative come la realtà.
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